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Aspetti generali : Cosa sono, differenze, condizioni e limiti di utilizzazione
In scene caratterizzate da contrasto molto elevato il sensore (come anche la pellicola) non è in grado di fornire immagini in cui risultino soddisfacentemente leggibili sia i dettagli posti in zone fortemente illuminate che quelli situati in zone con illuminazione molto bassa.
Il fotografo in queste situazioni cercherà di regolare l'esposizione su di un valore collocato tra i due estremi; di norma, tenderà a sacrificare le parti in ombra, ben sapendo come, in fase di ritocco, sia possibile "recuperare" nelle ombre, mentre è irrimediabilmente perso quanto "bruciato" per un eccesso di esposizione.
Vi sono, tuttavia, situazioni in cui il contrasto è talmente alto che tale accorgimento non risulta sufficiente; essenzialmente per due ragioni:
- il fotografo desidera una migliore resa sia nelle alte luci che una maggiore leggibilità nelle ombre.
- il contrasto della scena è tale da non consentire una leggibilità, sia pure ridotta, sia nelle parti più illuminate che in quelle in ombra.
Il problema viene risolto miscelando più immagini caratterizzate da diversa esposizione.
Comunemente vengono effettuate tre riprese :
Vi è anche chi suggerisce 5 scatti ( due in sovra esposizione e due in sottoesposizione)
- una in sovra esposizione ( per cogliere i dettagli delle ombre)
- una esposta per le zone medie (in grado di non bruciare le alte luci e preservare parte dei dettagli in ombra)
- una sotto esposta ( per avere una buona resa nelle alte luci).
Non manca chi arriva a proporne 15 !
L'intervallo di esposizione, quando si effettuano 3 o 5 scatti, solitamente è di uno stop ( + 1 e - 1).
In realtà il numero degli scatti e l'ampiezza dell'intervallo devono essere scelti in base al grado di contrasto della scena ed alla ricchezza di sfumature che si vogliono cogliere.
E' pertanto possibile decidere di effettuare solo tre scatti con in intervallo di due stop ciascuno.
Parimenti, si potrebbe decidere di fare 5 scatti intervallandoli di solo mezzo diaframma.
Il suggerimento per chi voglia adottare questa tecnica è di abbondare con gli scatti, considerando che essi non hanno un costo : unico problema la capacità della memory card.
Questa tecnica della multi-esposizione incontra tuttavia due ordini di problemi :
- problemi per la ripresa
- problemi di fruizione delle immagini
Problemi di ripresa
Una corretta esecuzione della esposizione multipla richiede che tutte le immagini siano assolutamente coincidenti.
Questa condizione implica tre esigenze di ripresa :
L'importanza del "brackting" è data dal fatto che esso, effettuando una "raffica" da 3 a 5 scatti in brevissimo tempo, consente di superare due problemi :
- la fotocamera deve essere montata su di un cavalletto e dotata di dispositivo brackting.
- lo scatto deve essere avviato con autoscatto o controllo remoto, per evitare movimenti, anche minimi, della fotocamera.
- il soggetto deve essere assolutamente fermo : ciò comporta che in giornate ventose, se vi sono elementi vicini mossi dal vento, occorrerà attendere che il vento si plachi. Se si riprende anche il cielo occorre che eventuali nuvole non siano in movimento percettibile.
- le variazioni di esposizione devono avvenire con modifica del tempo di scatto e non del diaframma; almeno per quelle riprese in cui una maggiore apertura di diaframma, riducendo la profondità di campo, renderebbe evidente una diversità di "messa a fuoco" per gli elementi più vicini.
- le condizioni di luce debbono essere stabili.
Per completezza, è giusto segnalare come vi sia chi ritenga che il brackting renda non indispensabile l'uso del cavalletto. In realtà il movimento delle mani mette a rischio la buona riuscita delle riprese.
- scattare più immagini senza dover toccare più volte l'apparecchio posto sul cavalletto
- superare i problemi legati alla presenza di vento ed alla variabilità di illuminazione (sempreché i tempi di scatto siano sufficientemente rapidi)
Ciò, malgrado che piccole differenze di inquadratura vengano recuperate, più o meno bene, da alcuni programmi di miscelazione delle immagini.
Fatta questa indispensabile premessa tecnica, vediamo, molto in sintesi, quale differenza vi sia tra la tecnica dell' HDR e quella della Blending exposure.
Entrambe le tecniche consistono nel miscelare più immagini caratterizzate da esposizioni eseguite a "forcella".
Quale allora la differenza ?
Essenzialmente è costituita dal fatto che i programmi per HDR generano immagini caratterizzate da una maggiore ricchezza di sfumature e, quindi, da passaggi più delicati tra diverse tonalità di colore e/o variazioni di illuminazione.
Una ricchezza di sfumature riscontrabile sia nel colore che in immagini correttamente passate in bianco e nero.
Questa diversità è dovuta al fatto che tali immagini dispongono di non meno di 16 bit per ogni colore, potendo arrivare, attualmente, fino a 64 bit.
Le comuni immagini digitali, viceversa, dispongono di 8 Bit (65.536 sfumature).
La tecnica di blending exposure ( esposizione miscelata) lavora su immagini ad 8 bit e l'immagine finale è ancora una immagine ad 8 bit.Problemi di fruizione dell'HDR
Occorre distinguere due forme di fruizione:
- visualizzazione su schermo del computer
- stampa
Visualizzazione su schermo
Le immagini HDR, così ricche di dettaglio cromatico, sarebbero effettivamente visualizzabili nella intera gamma a due condizioni :
Ne consegue, da quanto sopra, che, salvo che si sfrutti il programma che ha prodotto l'immagine, non sarà possibile visionare le immagini con profondità di colore superiore ad 8 bit.
- che il monitor ed il computer siano in grado di supportare immagini con la profondità di colore prodotta dal programma per HDR. Attualmente tale problema non sussiste per immagini a 16 bit, né per la maggior parte dei computer in uso per immagini a 32 bit. Solo i PC più recenti supportano immagini a 64 bit.
- che si disponga di un editor per immagini in grado di visualizzare immagini con oltre 8 bit per colore.
Questa invece è una limitazione assai comune.
Stampa
La stampa può essere effettuata solo per immagini ad 8 bit
Non a caso, per tutte le ragioni sopra esposte, tutti i programmi per HDR concludono la lavorazione con una procedura detta di "Tone mapping" o Mappatura che riporta le immagini a 8 bit, ma consente una amplissima possibilità di intervento che permette di ottenere immagini assai ricche di sfumature pur riducendo ad 8 bit la profondità di colore.
Possibilità di utilizzazione
Quanto sopra esposto sembra eliminare ogni possibilità per quanti possiedono una "compattina" o, comunque, non dispongono del "brackting"
Viceversa, coerentemente a quanto dichiarato in premessa, si vedrà come la stessa tecnica sia accessibile anche a quei fotografi che, oltre a scattare solo in JPEG, usano effettuare una sola ripresa.
Essenzialmente la tecnica consiste nel produrre, a partire dalla immagine di cui si dispone, altre immagini con differente illuminazione : sia in sovra esposizione che in sotto esposizione, semplicemente schiarendo e scurendo quella originale.
Deve sempre restar chiaro, tuttavia, che il ricorso al formato RAW e/o alla multi-esposzione danno risultati superiori.
Infatti, deve essere ben presente il fatto che, quando si schiarisce o si scurisce una immagine, si viene a modificare non solo la sua luminosità, ma anche, come si è già avuto modo di osservare, la saturazione del colore ed il contrasto.
Naturalmente la miscelazione viene a recuperare questo problema, ma, a fronte di forti variazioni di luminosità, il recupero potrebbe non essere adeguato.
In immagini ad elevatissimo contrasto, come si vedrà, sarà opportuno correggere la saturazione delle immagini "derivate" prima di effettuare la miscelazione
In questi casi, si badi bene a modificare solo la saturazione senza intervenire sul parametro " luminosità" del colore o dei colori di cui si rettifica la saturazione.
Malgrado quanto puntualizzato, le due tecniche che, di seguito, vengono illustrate permettono di ottenere risultati che certamente stupiranno il lettore.
A tale scopo, per entrambe le tecniche, qui sarà considerato solo il caso in cui si utilizzi una sola immagine.
HDR e blending exposure sono tecniche molto simili che, tuttavia, comportano alcune differenze nella loro applicazione.
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