Bracketing : fusione di più scatti
Di seguito viene illustrata la tecnica del Bracketing come abitualmente effettuata per le finalità che più interessano.
L'esposizione multipla o bracketing può esser impiegta anche per altre finalità; una breve illustrazione complessiva può essere consultata cliccando qui. Al termine, è stato introdotto un altro paragrafo, “Bracketing con un solo scatto", che tuttavia è correttamente praticabile solo per la esposizione ed il bilanciamento del bianco e, preferibilmente, scattando in formato formato Raw.
Il bracketing propriamente detto consiste nella realizzazione di una serie riprese di una stessa identica inquadratura che differiscono tra di loro per l’esposizione, il bilanciamento del bianco o la messa a fuoco. Le diverse riprese vengono successivamente sovrapposte e fuse ricavandone una sola immagine che riesce a rappresentare il soggetto estendendone le proprietà di illuminazione, di colore ovvero di messa a fuoco. In quest’ultimo caso, più frequentemente, viene usato il termine di stacking.
I punti essenziali di tale tecnica comportano alcuni vincoli :
a) le inquadrature ( solitamente da 3 a 5) debbono essere tra loro coincidenti;
b) la sovrapposizione e la fusione avviene in post-produzione tramite computer
c) occorre disporre di un apposito programma atto ad effettuare la fusione delle varie immagini
La realizzazione del bracketing prevede come detto due momenti:
1) la ripresa delle immagini
2) la fusione delle immagini
Vediamo nel dettaglio ciascuna fase
Ripresa delle immagini
Salvo eventuali diverse precisazioni, ogni operazione deve essere effettuata in manuale
Per garantire la perfetta coincidenza di ciascuno scatto occorre avvalersi di un cavalletto e prestare la massima attenzione a non muovere l’apparecchio sia quando si variano le impostazioni ( di esposizione, di bilanciamento del bianco o della messa a fuoco) che al momento in cui si preme il pulsante di scatto.
Particolarmente delicata è la variazione della messa a fuoco che richiede la rotazione del barilotto.
Occorre tuttavia distinguere a seconda delle possibilità offerte dall’apparecchio :
Compatte : il bracketing può essere realizzato solo per l’esposizione ed il bilanciamento del bianco, esclusivamente operando in manuale.
Bridge : il bracketing è possibile per ogni scopo, ma solo in manuale
Reflex : il bracketing è sempre possibile per ogni scopo in manuale, tuttavia gli apparecchi meno datati consentono il bracketing dell’esposizione a mano libera consentendo almeno tre esposizioni scattate automaticamente in sequenza e differenziate in automatismo.
La fusione delle immagini
Per la fusione delle immagini occorre avvalersi di appositi programmi che provvedono a scegliere i punti di coincidenza ed a determinare il valore più idoneo a costituire l’immagine finale.
Tali programmi riescono anche a compensare le piccole sfasature che possono verificarsi quando il bracketing (dell’esposizione) viene effettuato senza treppiede avvalendosi dell’ automatismo dalla fotocamera.
Due sono i campi in cui tale tecnica offre i risultati più interessanti :
a) bracketing dell’esposizione ( detto anche blending exposure o HDR) : esso consente, se correttamente eseguito, una stupefacente riproduzione sia delle alte luci che delle ombre.
Il “segreto" è nella esecuzione della immagine di base che deve presentare un adeguato bilanciamento tra luci ed ombre della scena cui far seguire due (o più) immagini a forcella : in sovresposizione e sotto esposizione, di norma differenziate di uno stop.
Se il bracketing è attuato manualmente è anche possibile una migliore graduazione dei singoli scatti e la realizzazione di una serie di scatti superiore a 5.
Di seguito vengono indicati alcuni programmi atti alla fusione :
qtpfsgui (gratuito)
photomatix
EeasyHDR
Photoshop PS4 o successive versioni
b) bracketing della messa a fuoco : questa tecnica consiste nell’eseguire una serie di scatti variando ad ogni scatto il piano di messa a fuoco.
Assolutamente sorprendenti sono i risultati nel campo della macrofotografia dove la profondità è limitata a pochi millimetri.
Analoga tecnica può applicarsi anche a panorami se si desidera un tutto a fuoco.
Si tengano tuttavia presenti due circostanze :
a) si potrà operare solo manualmente : attenzione a non muovere l’apparecchio
b) ruotando la ghiera di messa a fuoco si modifica lievemente l’inquadratura in quanto si varia la la distanza del piano focale dell'obbiettivo dal soggetto.
Il programma di fusione delle immagini provvederà a compensare tali differenze, ma ai margini dell’immagine finale saranno percettibili sfasature: è pertanto opportuno in fase di ripresa effettuare una inquadratura un poco più ampia che consenta un successivo taglio.
I link seguenti conducono a siti da cui è possibile scaricare, a pagamento, programmi per realizzare il brackentig della messa a fuoco :
Helicon focus
Helicon remote
Combine ZP
ZerenePer un maggiore approfondimento si rinvia ai seguenti tutorial, parte dei quali già proposti trattando della macrofotografia in generale
Stacking per la gioielleria
Helicon focus
Helicon gallery
Macro-Forum
Nikon school - migliorare la nitidezza
Nikon school- nitidezza in macrofotografia
Juza - tecnica
Juza - attrezzatura
Galleria
N.B. Prima di estasiarvi davanti ad una immagine chiedetevi se è veramente una macro; basta chiedersi se il soggetto ha dimensioni superiori al sensore. Se la risposta è Si, si tratta di una pseudo macro.
Il Bracketing dell'esposizione (HDR) con un solo scatto
Se si dispone di un apparecchio che consente di scattare in formato raw è possibile ottenere gli stessi risultati del bracketing propriamente detto effettuando un solo scatto.
Il vantaggio appare evidente : ottenere una pluralità di immagini coincidenti, come si è detto, impone una serie di condizioni:
1) nella scena non debbono verificarsi variazioni ( nulla deve muoversi : soggetto o altri elementi ripresi quali alberi, piante, nuvole, ecc)
2) l’uso di un treppiede
3) grande attenzione a non provocare movimenti dell’apparecchio quando si variano le impostazioni.
Questi vincoli, in certa misura, vengono superati per il bracketing dell’esposizione, se dispone di una fotocamera con scatto a forcella.
Come operare
La tecnica, nella sua formulazione standard è piuttosto semplice :
1) si effettua uno scatto (possibilmente in RAW) facendo attenzione a non bruciare le alte luci;
2) si creano due (o quattro immagini) sovresponendo e sottoesponendo l’immagine originaria di uno stop.
E’ assolutamente preferibile in questa fase lavorare su file Raw che meglio si prestano a correzioni dell’esposizione con assenza o riduzione di “rumore" nelle ombre.
3) salvataggio delle tre immagini in formato Jpeg
4) fusione delle immagini con i programmi già indicati sopra.
N.B è importante creare tre copie del file originario ad evitare di apportare modifiche successive ad uno stesso file.
La creazione di copie del file originario è importante in quanto, con la tecnica sopra illustrata, sarà possibile, ove il risultato non ci appaia soddisfacente, produrre nuove immagini con un grado di sovra/sottoesposizione diverso. L’unica avvertenza è di non eccedere con un forte incremento dell’esposizione in quanto si può generare del “rumore" nelle zone di ombra.
Si ricorda quindi l'importanza di realizzare il miglior bilanciamento possibile nell'immagine di base.
Appare chiaro che, se per utilizzare questa tecnica a scatto unico, si vuole operare su dei file Raw , occorre disporre di un programma in grado di leggerli e lavorarli. )
i programmi più idonei sono Photoshop, Camera Raw, Capture NX e simili. Di sicuro interesse è UfRaw, programma gratuito, che consente di leggere file Raw prodotti da diversi modelli di fotocamere.
Tale programma,tuttavia, non si interfaccia con altri programmi di fotoritocco, ma costituisce una integrazione di GIMP : programma gratuito di fotoritocco ricco di funzioni.
I programmi menzionati consentono anche la modifica di altri parametri, ma qui interessa la possibilità di leggere file raw e modificarne l’esposizione ed il bilanciamento del bianco.
Di norma, tali programmi consentono anche una correzione differenziata delle alte luci e delle ombre ; possibilità che permette di ottenere migliori risultati in quanto oltre a variare l’esposizione generale, si potrà attuare un migliore bilanciamento delle zone chiare e scure, che qui interessano .
Si fa tuttavia presente che questo tipo di correzione può presentare modalità diverse di applicazione a seconda del programma utiizzato :
- Photoshop dispone di una apposita funzione : luce di schiarita delle ombre.
Altri programmi consentono una correzione simile solo tramite il comando “curve" (di non facile uso) e, in qualche misura, col comando “livelli".
-Si tenga presente che è preferibile migliorare il bilanciamento sopra indicato sull’immagine di base, prima di creare le immagini in sovra e sottoesposizione.
Un’ ulteriore possibilità di operare distintamente sul rapporto luci/ombre consiste nel operare un aggiustamento successivo al salvataggio delle immagini in formato Jpeg selezionando la parte interessata : un lavoro complesso e impegnativo, non sempre attuabile in modo soddisfacente.
Come si è già detto, questa tecnica, per la sua migliore applicazione, pone due condizioni :
a) disporre di un programma in grado di trattare il file raw;
b) disporre di uno dei programmi citati in grado di fondere le diverse immagini
Si fa presente che il ricorso a file Raw è sicuramente preferibile, ma non indispensabile.
Inltre, anche il secondo punto può essere superato ricorrendo ad una diversa tecnica :
Sovrapposizione delle immagini e regolazione dell’opacità del livello sovrastante in modo di ottenere una immagine che medi tra quella superiore e quelle inferiore.
In pratica una volta salvate le immagini in formato Jpeg si copia una immagine vi si incolla sopra un’altra : conviene lavorare con due sole immagini. In tal modo, riducendo l’opacità di quella superiore, comparirà via via quella inferiore cherisulteà compensata da quella superiore; la regolazione proseguirà sino ad ottenere il miglior risultato possibile.
Se necessario, si sovrapporrà la terza immagine ripetendo l’operazione.
Si tengano presenti due cose :
a) non vi è un ordine di sovrapposizione sempre preferibile, anche se conviene, di norma, porre al livello più basso l’immagine di base e sovrapporvi quella sovresposta.
b) è possibile, se non si realizza il risultato desiderato modificare le immagini jpeg o crearne una nuova con diversi valori di esposizione
Questa tecnica offre due vantaggi :
1) la fusione non avviene in modo automatico, ma è controllata dall’operatore
2) non richiede un programma particolare poiché sia Gimp che altri programmi gratuiti consentono di lavorare con la sovrapposizione dei livelli
Si rinvia alle pagine del corso d fotoritocco dedicate a questa tecnica facendo presente che la materia vi è trattata ipotizzando che si lavori a partire da una sola immagine Jpeg.
I passaggi rimangono tuttavia gli stessi anche se si opera su un file Raw preventivamente trattato.
Naturalmente, se si parte da un file raw i risultati saranno migliori di quelli mostrati poiché questi sono stati ottenuti da una immagine JPEG che non offre possibilità di intervento altrettanto ampie.
L’esame di questa parte del corso di fotoritocco può essere interessante, sia per chi non voglia procurarsi programmi specializzati, che, tuttavia, operando in automatismo, non consentono il controllo della fusione, sia per chi voglia semplicemente apprendere una diversa tecnica.